giallo Torino

 

La mia Torinesità si manifesta in strani modi.

Recentemente ho continuato a tenere un low profile all’idea di trasferirsi in Australia, Melbourne.

Alla domanda di amici e conoscenti, sei contenta? Rispondevo : beh certo non ci mandano in Afghanistan!

Era il mio modo torinese di non esultare troppo, non mostrare sfrontatamente la fortuna di questo trasferimento capitato per caso a causa del lavoro di mio marito.

È anche un modo un po’ pudico di non urtare chi rimane per anni nella stessa posizione, strada, città. Di avere rispetto degli altrui destini.

Ho sempre fatto attenzione a mantenere armonia e non creare disaccordo. Sarà la mia natura di bilancia.

Torinesi, come ci ha definiti la sociologa Chiara Saraceno: ”  sobri, discreti, perfino un po’ provinciali nel senso buono”.

Solo recentemente ho imparato a togliere quel velo grigino di understatement, dopo aver compiuto i 40 anni forse.

E anche dopo aver appreso un po’ dalla sfrontatezza di mia madre data dalla sua vita non facile.

E allora, che cacchio! mi son detta, una vita sola ho fra le mani, e viviamola a pieno!

 

La conseguenza è stata notare che sorrido molto di più, anzi spesso mi accorgo che la mia risata così sciolta spesso suona un po’ sopra le righe.

E mi sembra di vivere in technicolor.

Adesso che ci penso bene forse è iniziata prima, con la scelta del mio abito da sposa in tutte le nuances possibili del fuxia!

Eh si, in effetti c’è correlazione ….

 

Adesso noto che la mia torinesità si esprime in modi diversi, rimane sinonimo di moderazione, gentilezza, ed eleganza non vistosa.

Ma poi ognuno ha la propria personalità ed il proprio bagaglio di esperienze che modellano il modo di essere nella propria unicità.

 

E quindi alla prossima persona che mi chiederà se sono contenta del trasferimento potrò rispondere : Fair suck of the sav!

Che vuol dire esclamazione di meraviglia  (ne avrò certezza dopo averla sentita dal vero laggiù fra qualche giorno …).

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